Non era difficile prevedere che la pronuncia del TAR sul ricorso di IREN SpA avverso l’ordinanza del Comune che ha disposto la sospensione dei lavori di realizzazione del Termovalorizzatore costituisse oggetto di interpretazioni diverse e alimentasse il confronto da tempo aperto su un tema di così rilevante importanza. Sono convinto che le decisioni degli Organi giudicanti vadano rispettate sempre. Le libere interpretazioni non ne modificano il merito ed esasperano quasi sempre il confronto. Le ordinanze non vanno scambiate per sentenze. L’accoglimento dell’istanza cautelare presentata da IREN lascia impregiudicata la decisione di merito rinviata alla udienza del 7 dicembre p.v.. Al momento, pertanto, non ci sono né vinti né vincitori. Sembrano fuori luogo, almeno nell’attesa della ravvicinata decisione di merito, gli annunci trionfalistici di IREN. La questione è complicata e complessa e non basta un’ordinanza a semplificarla e a definirla in modo decisivo. La dichiarata immediata ripresa dei lavori per la realizzazione del Termovalorizzatore pare una forzatura avventata se non addirittura irresponsabile soprattutto perché a breve dovrà esserci la pronuncia di merito. Riprendere i lavori, già dichiarati abusivi da ordinanza comunale, potrebbe comportare rischi rilevanti che sarebbe meglio evitare di correre. Nel caso in cui la sentenza di merito confermasse la tesi del Comune ci troveremmo in presenza di un intervento edilizio abusivo che, come tale, verrebbe acquisito alla proprietà del Comune medesimo. Sono così sicuri in IREN di avere agito puntualmente nel rispetto delle regole e in assoluta trasparenza come stabilito dal Consiglio comunale al momento dell’approvazione della delibera del P.A.I.? Pensano forse che le ordinanze di sospensione dei lavori emanate dal Comune siano il frutto di un atteggiamento ostruzionistico nei confronti della Società di cui il Comune stesso è azionista e non di una scrupolosa valutazione dello stato di fatto rilevato? A breve saranno i Giudici a rispondere.
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